Guia III nel 1976 affonda colpito da un’orca assassina in oceano. L’armatore Giorgio Falck, che non è a bordo, racconta cosa si prova quando si perde una barca di cui, più che proprietario, si sentiva amante
“This in captain Norman speaking… L’equipaggio sta bene, ma la barca è affondata…L’effetto istantaneo è stato quello del mondo che si rovescia,
come mi era successo, fisicamente, da piccolo, quando ero caduto da cavallo. Solo chi possiede una barca può capire. Può capire l’affetto… no, il cumulo di affetti che contiene una barca: l’orologio al quarzo “garantito due secondi al mese”, regalo di mio zio e compagno ai tanti stop durante il giro del mondo; il sestante col quale avevo fatto i primi punti, esitante, nel ’71; la coperta blu sulla quale una mano gentile aveva ricamato “riservata a Giorgio”. E quel meraviglioso scafo liscio e sottile come un gioiello che Gigi e io avevamo strappato alla distruzione totale sulla spiaggia di Baratti: era stata questione di ore, alle quattro la barca era depositata sul tombolo e alle sei si abbatteva sulla spiaggia una mareggiata forza nove…Ma tutto era contenuto in quel maledetto monosillabo: sunk.
“”Mi chiamo Vincenzoni, sono amico di suo cognato, telefono da Los Angeles. Da tre anni studio le orche, ci sto scrivendo un libro”. “Dica, dica”. “È un animale terribile e affascinante: una volta in Nuova Zelanda un peschereccio ha ferito una femmina con l’elica. Il maschio ha affondato il peschereccio, fasciame da settanta millimetri (il Guia ce l’ha di 35 mm). Un mese dopo, nello stesso posto, un equipaggio di sei persone è stato ucciso dalla bestia inferocita”.
Lo so, caro signor Vincenzoni, che i mostri marini sono di gran moda… Ma io, vede, mi interesso di barche e non di orche, animale odioso fra tutti. Mi interesso di regate e non di violenza. Cose disgiunte. Almeno così pensavo. E maledico chi diceva: “II Guia è una barca eccezionale che non vince, è sfortunata”.”
CHI E’ GIORGIO FALCK
Giorgio Falck (1938-2004), velista raffinato e marinaio coraggioso, è stato uno dei grandi collaboratori del Giornale della Vela, raccontando le avventure delle sue barche con cui ha partecipato a regate in tutto il mondo. Armatore di barche famose, come il Guia III affondato durante la regata Triangolo Atlantico nel 1976.
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