Una grande firma del giornalismo italiano, Giorgio Bocca, racconta nel 1982 con il suo magistrale registro semiserio com’è dura la vita del padre di un giovane velista pieno di sacro fuoco
“La complicata vicenda ha inizio a giugno con il programma: Skipper,
inteso come il figlio velista e regatante, un giorno tira fuori di tasca un foglietto e un po’ sul livido, che è il suo colorito di quando fortemente vuole, annuncia il suo programma di queste vacanze…
3-15 luglio Bocche, non chiedete quali, per uno così ci sono solo quelle di Bonifacio,
16-30 luglio Giraglia su Sicomoro… A agosto va sulla Costa Smeralda per la Sardinia Cup o roba del genere. Il mese finisce con un breve giro sul nostro miserabile sette metri… poi il programma si estende ma con qualche dubbio, c’è un Caraibi con punto interrogativo. “Per i Caraibi non hai ancora deciso?”, “Aspetto una telefonata da Rocco” dice, lividissimo. Di telefonate ne partono e ne arrivano per tutta la prima metà di luglio, a centinaia e Skipper le aspetta.
Proprio così, per le Bocche è andata buca… Arriva la seconda metà di luglio… e vi rendete conto che il dramma della Giraglia si è ormai consumato: i due che dovevano trasportare Sicomoro a Tolone sono latitanti, forse un amore improvviso, forse una diarrea.
Dunque Skipper è forzatamente qui, sul nostro sette metri. “Si potrebbe avere una birretta?” “No, dice lui, non tengo più birre a bordo”. Sono scomparsi anche i cuscini, lo scatolame e tutto ciò che ingombra e si sposta nella vostra più totale indifferenza forse, ma non per chi ci tiene ai due o tre gradi di bolina… Ma perché, se le regate invernali del Tigullio erano alternativamente rimandate per mare grosso o bonaccia totale?
Ma non ditelo, non è il caso.”
CHI E’ GIORGIO BOCCA
Giorgio Bocca (1920-2011) è stato uno dei più influenti e seguiti giornalisti italiani. Alla carriera di giornalista affiancò anche quella di scrittore, focalizzandosi principalmente sui problemi sociali. Discreto velista, in questo pezzo prende in giro con ironia non solo il figlio, ma tutti i “velisti esagerati”
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